mercoledì, settembre 06, 2006

GIOCONE!

Parte un nuovo gioco da me inventato.

Io inizio a raccontare una storia, la storia la continuate voi.
Ognuno può scrivere una parte (basta che sia non troppo lunga) o da quello che io ho scritto o se trova interessante quello che ha scritto un altro, può continuare dal puinto lasciato
(la descrizione fa schifo. lo so)

Io deicerò cosa tenere e cosa eliminare (elimino per non fare confusione)
La storia finisce quando c'è un degno finale.

STORIA n° 1)

Siamo in un caldo lunedì pomeriggio.
In una strada di periferia a Nord di Lecco Luca e Martina si recano in un negozio.
Luca deve comprare un paio di scarpe.

Appena entrati, Luca, ragazzo simpatico e disinvolto, chiede di vedere un po' di scarpe.
Ad un certo punto una delle commesse, una giovane dall'aspetto sensuale, si avvicina a Martina.

Commessa: "Lui chi è?"
Martina: " Cosa?"
Commessa: "Lui chi è?"
Martina: "In che senso chi è?"
La commessa spazientita indica Luca, e richiede : " Lui chi è? Tuo fratello? Il tuo ragazzo?"

Continuate voi...

11 Comments:

Blogger jS said...

Tutta la scena si è svolta sotto gli occhi stanchi e accaldati di Luca: “Sono suo fratello – secco – e voglio un paio di scarpe tipo quelle lì”. E indica un paio di Hoogan nere e beige, punta affusolata, da camminata in centro la domenica quando il pomeriggio si fa tardo.

“Ah, scusa… era tanto per capire” dice lei, “Stronza – pensa Martina – Io intanto mi faccio un giro”.
Luca prova le scarpe, si stira nello specchio per poi decidere di non comprare nulla. Sta per uscire quando Martina lo raggiunge con una cintura in mano, un nero-lucido-nuovo. Pagano e fuori, lontani dai pensieri maldestri della tipa.

“Ma ti pare?” attacca Martina prendendo sottomano il fidanzato “Ma chi si crede di essere?”
“Infatti – a bassa voce, lui – alla fine chissà cosa le passava per la testa”.
Un gelato e poi a casa. Stasera nessuna uscita in programma. Film a casa di Martina.
Luca decide di giocare di anticipo e torna in via Moretti, dopo il giardinetto, a casa sua. Una doccia prima del caldo umido dell’appartamento della famiglia Santini.

In macchina – inspiegabilmente – la testa parte, verso di lei.

“Ma cosa sto facendo?” fa appena in tempo a pensare Luca. Alla rotonda l’auto ha già girato verso il negozio, periferia nord. Quel negozio. “Sono le sette, faccio ancora in tempo”

mercoledì, settembre 06, 2006  
Blogger Clark Kent said...

... ancora una rotonda, il semaforo là in cima e sono arrivato, pensa.
"sto camion della norda proprio io lo dovevo beccare?" si dice tra sè rallentato e seccato dal grosso lumacone che lo precede. "di queso passo chiude".
Freccia, il camion gira alla rotonda per andare a prendere la nova Lecco-Ballabio.
"Finalmente" esclama ad alta voce con un gesto di stizza Luca.
Poi, tutto d'un tratto di blocca, mette la freccia, accosta.

mercoledì, settembre 06, 2006  
Blogger Gift said...

Perchè si è accorto di avere urtato qualcosa mentre malediceva il camionista... eh si, era proprio grosso quel gatto!
Pazienza, con tutti i randagi che ci sono in giro.
Luca riaccende la macchina e riparte per la sua strada, ma una signora, sul ciglio della strada, gli urla qualcosa.

Allora Luca si ferma nuovamente, e si gira verso la donna. Si accorge del suo aspetto altero e del suo abbigliamento ricercato ed elegante. Non è una faccia nuova... mentre pensa a tutto questo, realizza che la signora è in lacrime, perchè il gatto che giace esanime sull'asfalto era il suo.

All'improvviso Luca ha un'illuminazione: "Ma certo, so chi è quella donna!"

mercoledì, settembre 06, 2006  
Blogger laBreva said...

il giorno prima...
si l'aveva vista il giorno prima ma dove?
devastante, pensa, il sapere di aver già visto quella persona ma dove?
un solo pensiero gli viene in mente: se mi fermo sono perduto... accellera nuovamente, ma ormai è troppo tardi... le meridiane sono chiuse e lei.. lei... lei non c'è più!!!

la collega di turno per la chiusura esce in quel momento: "Mi dispiace Signore, ma per oggi abbiamo chiuso, può tornare domani, apriamo alle 9.00".
Luca saluta cordialmente - non resta che tornare da Martina...
rientra in macchina e gira il muso della sua "Ficus" blu-jeans verso casa di Lei...

alla radio danno l'ultima di Omar Pedrini...

ormai è al cancello di lei,
suona in citofono,
il cancello si apre...

sale le scale e incrocia una Signora... la Signora... quella del gatto e...

mercoledì, settembre 06, 2006  
Blogger Braveheart said...

...e realizzò in un secondo chi era quella donna.
Era il neo sindaco, eletto un mese prima.

A Luca, non fregava assolutamente nulla di politica. L'unica volta che era andato a votare, perchè costretto dal padre, aveva scritto sulla scheda :"Il Signor Frigerio, ha il parrucchino storto".
Il Signor Frigerio, era uno degli scrutatori delle schede, ed in effetti aveva il parrucchino, ed in effetti era storto.

Quello che Luca non capiva, era cosa facesse lì il sindaco.
I due si incrociavano, e mentre il Sindaco, cercava di incrociare lo sguardo del giovine, Luca pensò tra sè "Ma si può essere più sfigati?" e si rispose "No".
Ma era fatta, adesso stava andando da Martina...

mercoledì, settembre 06, 2006  
Blogger Clark Kent said...

Entra, si siede sul divano a aspetta.
"Martina sta finendo di asciugarsi i capelli, vuoi un caffè nel frattempo?" chiede premurosa la mamma di lei ad un Luca ancora agitato per il surreale susseguirsi di eventi.
"si, grazie" risponde lui cortese come sempre.
Il cucchiaino che mescola lo zucchero nel caffè sembra giocare con il rumore di sottofondo del phon che proviene dal bagno quando un terzo suono si aggiunge all'improvvisato complessino.
La mamma di Martina apre la porta e fa accomodare i nuovi vicini di casa. Una distinta signora con la figlia: la prima è da poco sindaco, l'altra commessa in un negozio di scarpe.

mercoledì, settembre 06, 2006  
Blogger Gift said...

Bhè se andiamo avanti a questi ritmi direi di contattare già qualche casa editrice;-)

mercoledì, settembre 06, 2006  
Blogger Braveheart said...

Intanto Martina, in bagno si asciugava i capelli.
Sapeva che doveva sbrigarsi, perchè Luca diventava nervoso quando doveva aspettare troppo.
Martina era felice di stare con Luca, lui era sempre stato al suo fianco, e questo le dava sicurezza.
Ma mentre stava per uscire, sentì il suono secco di un sms.
Era Sandro.

mercoledì, settembre 06, 2006  
Blogger laBreva said...

Sandro?...
era una vita che non lo sentiva, erano- si può dire- cresciuti insieme, scuola materna, elementari, medie sempre nella stessa classe poi giustamente la scelta della superiori li aveva divisi, ma insieme si erano buttati come animatori in oratorio.

a dire il vero tra i due c'era stata anche una piccola storia, da adolescenti, in oratorio, ma come tutte le storie da adolescenti era finita... perchè... era finita... perchè ad un certo punto era finito per tutti e due il tempo dei bigliettini, delle canzoni e delle vacanze in parrocchia.

Dopo quegli anni Sandro era completamente sparito, mentre Martina aveva continuato a frequentare la parrocchia e sebbene i due abitassero praticamente vicini, non si erano più rivisti.

Martina lesse veloce il messaggio:
-Ciao, anche per me è arrivata la tanto attesa laurea! I miei amici hanno organizzato una festa, che fai vieni? è sabato al Sottovento a Lierna, ti aspetto!!!! Sandro-

Sabato...
sabato...
sabato...

MA E'DOMANI!!!

in quello stesso istante le voci della sala la riportarono alla realtà e...

giovedì, settembre 07, 2006  
Blogger jS said...

Buttò l’asciugamano sulla lavatrice, il cellulare nella tasca dei jeans e – a piedi nudi – fuori dal bagno. Le sembrava di muoversi verso il nulla. Nulla da dire a sua madre, nulla da dire ai vicini, nulla da condividere con Luca. Scavalcò le Crocs rosse abbandonate da suo fratello in corridoio e apparve in sala. In un attimo tutto le fu chiaro: la Grecia! La Grecia!
La scena davanti ai suoi occhi – immobile e lontanissima – la faceva sentire un’ombra in un mondo di sentimenti presi in prestito: sua madre che cercava di tenersi buoni i nuovi vicini (ma chi è quella signora? L’ho già vista…), la commessa impertinente del negozio seduta sul divano di fronte a Luca (ma non doveva arrivare più tardi?) e la di-lei-madre con l’aria di una che ha sbagliato pianerottolo ed è finita per sbaglio in una chiesa sconsacrata. Il quadro di Santorini alle sue spalle era l’unica cosa che contava.
Non si accorse nemmeno che Luca la stava guardando, un cenno per poi passare alle presentazioni. Lei sentì solo la vibrazione del suo cellulare: “Vado a mettermi le scarpe” e sparì in camera prima ancora che Luca avesse detto una parola. Batteria scarica…

venerdì, settembre 08, 2006  
Blogger Braveheart said...

Luca era in forte imbarazzo.
Martina non arrivava più e forse questo era un bene. Ma non riusciva a pensare. Il gatto, la commessa, il sindaco, la mamma di Martina, Martina.
Ad un certo punto il cellulare del sindacò inizio a suonare. "Scusate" disse velocemente e continuò "Pronto? Sì sono io, Ah ciao, come? sei sicuro? Arrivo immediatamente! Ciao".
Nella sala c'era silenzio.
Il sindaco ruppe il silenzio con voce squillante "Caspita mi dispiace ma devo scappare, impegni di lavoro, ma avremo occasione di conoscerci meglio col tempo". Poi rivolgendosi alla figlia "Andiamo Anna". Luca non se ne accorse, ma con un filo di voce gli uscì un "NO!"
La mamma di martina squadrò il ragazzo, visibilmente perplesso. Poi cercando di fare bella figura disse: "Luca ha ragione, deve ancora vedere mia figlia, Martina (probabilmente sono coetanee. Martina e Luca sono insieme da ormai diversi anni!" e mentre disse "anni" volse uno sguardo duro verso il ragazzo.

Martina, inserì la spina del caricabatterie nel cellulare.
Scrisse un sms. CIAO SANDRO! OPS DOTTOR SANDRO! MI PIACEREBBE VENIRE PER RIVEDERTI, MAGARI TI CHIAMO DOMANI POMERIGGIO! COMPLIMENTI! MARTINA!
Ad un tratto la voce di sua madre: "Martina, sbrigati che ti aspettiamo".
Martina, riguardò il quadro con Santorini, poi raggiunse il divano e disse: "scusate"

lunedì, settembre 11, 2006  

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