sabato, marzo 31, 2007

AVVISO!!!!!

Signori e Signore.
Il proprietario di questo blog, comunica dopo attenta analisi, che è giunto il momento di abbandonare il blog.

Mi sono accorto, che pesso ho abusato di questo spazio virtuale. Fino a livelli preoccupanti che mi hanno portato a fenomeni di rincoglionimento.

Senza però rinnegare i miei post e/o i commenti fatti, mi sono accorto che ho bisogno di un po' di disintossicazione.
Non voglio prendere una pausa. Voglio darmi una possibilità di qualcosa di nuovo.
Quale momento migliore? Con l'esperienza che mi aspetta... inizia un nuovo mondo.

Qualcuno dirà che esagero. Che non è il caso...
Ma come un viaggio, prima o poi doveva finire. E non è detto che non si riparta più....

Grazie!





Quando sarà il momento, non avere paura.
Non avere fretta, adesso.
Quando sarà il momento.
E quando arriverà quel momento, non aver paura o timore: Provaci!
Ti verrà naturale il resto, e tornerai a volare.
A chi ho deluso.
con affeto
Paolo

4 Comments:

Blogger jS said...

A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'é che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quar
to, fran. Non si capisce
E' una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave".
Ci rimasi secco.
Fran.

[Novecento, A.Baricco]

con affetto
jS

lunedì, aprile 02, 2007  
Blogger Clark Kent said...

Ho sempre ammirato il coraggio delle scelte. Quelle meno impegnative e quelle che richiedono un mettersi in gioco mica da poco.

Buon viaggio...
ovunque ti porti.
per tutto il tempo necessario.

Mi piace l'idea di trovare non so quando un nuovo post che forse ne racconterà i paesaggi visti.
Mi piace l'idea di aspettare un ritorno, in piedi, su questa banchina coi tasti neri, guardando il treno che parte con la gente che si sporge dal finestrino per un cenno di saluto...

martedì, aprile 03, 2007  
Anonymous Anonimo said...

si cammina, a volte si fatica, a volte il terreno aiuta con la sua dolce pendenza. si fanno delle scelte lungo il percorso, scelte difficili che fanno restare seduti davanti al bivio a riflettere per lungo tempo, scelte che si prendono quasi senza pensare spinti dall'emozione che gonfia il cuore e fa mancare il fiato, si imbocca il sentiero correndo, senza voltarsi indietro. passa il tempo e sempre più spesso capita di chiedersi se si è sempre scelta la strada giusta, aumentano i pensieri, aumenta la preoccupazione, il passo rallenta, il mondo si restringe, perde luminosità, altre emozioni gonfiano il cuore, altre emozioni fanno mancare il fiato. ci si siede vicino a un masso, ci si ripara, ci si nasconde, decidere diventa pensante, decidere sembra inutile. passa qualcuno e ci aiuta a rialzarci, a camminare di nuovo. appena si torna soli si cerca un altro masso per sentirsi al sicuro. per molto tempo si percorrono piccoli tratti solo al fianco di un’altra persona. un giorno nasce un nuovo calore, la pesantezza del nascondersi diventa troppo, il masso è il nemico, vien voglia di distruggerlo, cresce la volontà di riprendere la voglia di vivere tra le mani e bagnarsi la faccia per risvegliarsi da un lungo stato di torpore. il masso scompare, il cuore batte ad un ritmo vivace, il passo è più svelto, il mondo ha riacquistato le giuste dimensioni, ora si può scegliere. là in fondo c'è il crepaccio, il cuore accelera, il passo lo segue, il crepaccio si avvicina, è ora il momento di decidere, è questa la decisione da prendere, ormai è tardi per fermarsi, ma in realtà non c'è mai stata volontà di fermarsi, saltare è troppo importante, al di là del crepaccio si ricomincia, ci si sente più forti, il margine è vicino, ci si può concedere di sbagliare, gli occhi controllano la distanza, tensione e gioia, ci sono, ho deciso, spicco il volo, vivo.

mercoledì, aprile 04, 2007  
Blogger Braveheart said...

Bellissime parole.
Ma tra l'altro da un "anonimo" come te non potevo che aspettarmi che il meglio.
Se la vita ci ha regalato momenti tristi, noi abbiamo saputo trovarne di unici.
Ma noi, siamo un'altra razza.

DIAMOCI UNA POSSIBILITA'!
SALTI TU.
SALTO IO.

NON DIMENTICHEREMO IL PASSATO. MA LO SUPEREREMO!
PERCHE' IN FONDO NOI SIAMO COSI...DEI BRAVI RAGAZZI!

mercoledì, aprile 04, 2007  

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